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Elsa Fornero illustra le linee che ispireranno la riforma del mercato del lavoro

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Una riforma con il massimo del consenso possibile: questo è l'obiettivo del governo italiano. Lo assicura il Ministro del Lavoro Elsa Fornero, durante il Consiglio della Ue. Insomma, siamo lontani anni luce dalla improvvida politica di Sacconi, tutta tesa a dividere i sindacati e a mettere nell...

Elsa Fornero

Una riforma con il massimo del consenso possibile: questo è l’obiettivo del governo italiano. Lo assicura il Ministro del Lavoro Elsa Fornero, durante il Consiglio della Ue. Insomma, siamo lontani anni luce dalla improvvida politica di Sacconi, tutta tesa a dividere i sindacati e a mettere nell’angolo la Cgil, vista come il braccio politico dell’avversario. Sempre la Fornero, indica le linee che dovranno ispirare la riforma del mercato del lavoro; sgravi fiscali e nuovi servizi anche sostenuti dal fondo sociale Ue, per favorire l’occupazione femminile e affrontare il problema del dualismo Nord-Sud che sono tra le preoccupazioni principali. Il tutto da completare entro marzo. In questo quadro, il primo elemento della riforma dovrebbe riguardare il riordino dei contratti, in quanto le troppe tipologie introdotte nel corso degli anni hanno creato precarietà diffusa tra i giovani. Proprio la lotta alla disoccupazione giovanile è vista come una priorità, e nel mettere a punto la riforma, si punterà soprattutto sull’apprendistato per favorire l’ingresso dei giovani nel lavoro. Si punta inoltre a una profonda revisione degli ammortizzatori sociali da attuare secondo logiche di ampliamento della platea dei potenziali beneficiari, in un quadro reso difficile dalla crisi, che impedirà di farlo subito. La Fornero ha voluto anche ricordare la questione che gli è stata prospettata dalle lavoratrici Fiat con una lettera, in base alla quale il contratto introdotto dalla casa torinese discrimina le donne che hanno intenzione di esercitare il loro diritto alla maternità. A tal proposito, il ministro ha affermato di aver esternato ai vertici Fiat la propria convinzione che il diritto in questione, al di là delle ragioni economiche pure e semplici, è una semplice questione di civiltà e non dovrebbe mai essere compresso. In un paese ove si parla tanto di denatalità è una affermazione apprezzabile, che però dovrebbe essere seguita da atti concreti e da sanzioni. Ma forse è chiedere troppo.