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Il 60% delle imprese assume per conoscenza diretta invece che basandosi sui CV

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Meritocrazia: quante volte abbiamo sentito questo mantra? Si parla tanto di merito in questo strano paese, poi, però, veniamo spesso a scoprire che una cosa sono le belle parole, ben altra è la realtà. In particolare, l'ultima indagine Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro, fa strame de...

Meritocrazia: quante volte abbiamo sentito questo mantra? Si parla tanto di merito in questo strano paese, poi, però, veniamo spesso a scoprire che una cosa sono le belle parole, ben altra è la realtà. In particolare, l’ultima indagine Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro, fa strame delle tante enunciazioni di questi mesi sul merito che dovrebbe far premio su qualsiasi altra considerazione. Da questa indagine, viene fuori una realtà che molti di coloro che mandano il loro curriculum alle imprese, conoscono per esperienza diretta: le stesse, per assumere, preferiscono affidarsi a conoscenze personali piuttosto che a curriculum, società di lavoro interinale o centri per l’impiego. In base a questi dati, emerge come nel 2010 oltre sei imprese su dieci, per la selezione del personale, abbiano fatto ricorso al cosiddetto canale informale, quello che sfrutta la conoscenza diretta in primo luogo e le segnalazioni personali, passando attraverso conoscenti o fornitori. Il dato era già alto nel 2009, quando si attestava al 49,7%, ma nell’ultimo anno c’è stato un aumento netto che smentisce del tutto la retorica sulla meritocrazia che qualcuno aveva preso per buona. La giustificazione di questo incredibile dato, starebbe nella crisi economica: in un quadro ancora incerto, evidentemente, le imprese agiscono con la massima cautela nella selezione di nuovi candidati e privilegiano la conoscenza diretta, magari avvenuta nell’ambito di un precedente periodo di lavoro o di stage, e il rapporto di fiducia creato in quelle occasioni. A parziale consolazione di chi continua a pensare che alla fine il merito paga, bisogna registrare l’inversione di tendenza nelle imprese con più di 50 dipendenti, le quali fanno molto più affidamento sulle loro banche dati interne e sui curriculum, tanto che nelle realtà con più di 500 dipendenti il ricorso al canale informale scende al 10,2%, mentre sale al 48,9% il ricorso agli strumenti interni. Meno male, verrebbe da aggiungere.

Interno di un ufficio