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Spending review: via portaerei e F-35

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Il piano di Matteo Renzi per ridurre le spese nel campo militare sta prendendo forma, e in primis ci sarà sicuramente la sospensione dell'acquisto dei cacciabombardieri F-35, per i quali si chiederà anche una diminuzione del numero previsto in precedenza. Renzi ha anche indicato come inutile per l...

Il piano di Matteo Renzi per ridurre le spese nel campo militare sta prendendo forma, e in primis ci sarà sicuramente la sospensione dell’acquisto dei cacciabombardieri F-35, per i quali si chiederà anche una diminuzione del numero previsto in precedenza. Renzi ha anche indicato come inutile per l’Italia avere due portaerei, quindi una delle due sarà sicuramente eliminata, o meglio venduta al miglior offerente.

Questi sono i punti salienti decisi dalla Commissione Difesa alla Camera, prima tappa per la riduzione delle spese statali, in modo da detenere più liquidità per aiutare le famiglie in difficoltà. Contemporaneamente all’indagine conoscitiva, che ha portato a predisporre questi tagli, si è svolta al Quirinale il Consiglio Supremo di Difesa, che a luglio dell’anno scorso ha avuto una piccola discussione con la Commissione, appunto per dei tagli troppo esagerati e che avrebbero limitato di troppo le possibilità dell’esercito italiano.

Ma la Commissione, oggi, ha ricordato l’articolo quattro, che sancisce il potere del Parlamento per bloccare e riformare il sistema della Difesa nazionale, che per questa occasione riguardo solamente dei tagli. E per quanto riguarda gli F-35, il PD propone di rimandare l’acquisto a quando i velivoli saranno migliorati, eliminando così i problemi che hanno mostrato durante le prove, e che hanno più volte sollevato critiche.

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Si hanno fondati motivi per ritenere che occorra introdurre, nel processo decisionale, un soggetto terzo credibile con capacità di controllo sulla spesa militare per i sistemi d’arma, la loro implementazione e il loro ammodernamento. Così come dovrebbero essere disciplinate con legge le condizioni da imporre per limitare il passaggio dai vertici militari a quelli delle industrie della Difesa.” Questa è la conclusione dell’indagine conoscitiva portata vanti da alcuni membri del Partito Democratico, decisi più che mai quindi a inserire nei tagli una drastica diminuzione degli armamenti, oltre che a rivoluzionare l’intero apparato di sicurezza nazionale.

di Alessandro Bovo